Il Convegno conclusivo del progetto Castagni Parlanti
Grazie alla cortese ospitalità del Comune di Alto Reno Terme, e del sindaco Giuseppe Nanni, è stato possibile realizzare una mattinata di intenso scambio – a partire dai risultati del progetto - sul futuro della montagna e sul suo ruolo nei sistemi agro-forestali sostenibili
Il castagno, una ricchezza da valorizzare per il territorio e per l'ambiente
Tra le colture della nostra montagna il castagno spicca per importanza sia come pianta alimentare che per il suo pregiato legname, senza dimenticare gli effetti positivi che ha sul territorio e sul suolo declive. Ben tre Gruppi operativi per l’innovazione presentati con un video alla fiera Sana di inizio settembre, si sono occupati di questa storica coltivazione: il Goi “Castani-Co” che aveva l’obiettivo di valorizzare il castagneto da frutto come sistema seminaturale vocato al sequestro di carbonio e come fonte produttiva di cibo di qualità, il Goi “Biodiversamente castagno” che ha l’obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità del castagno in Emilia-Romagna, e infine il Goi “Castagni parlanti” che mira al recupero del castagneto ad attività di coltura e alla valutazione dell’impronta ecologica di tale recupero in termini di fissazione e sequestro del carbonio, di uso dell’acqua e di copertura del suolo.
Il Progetto triennale Castani-Co, conclusosi nel 2020, e che ha riunito 10 partner distribuiti su tre province (Reggio Emilia, Modena e Bologna), è stato presentato da Carla Scotti di I.Ter. Società cooperativa, ente capofila del progetto che ha portato alla quantificazione del contenuto di sostanza organica ed il sequestro di carbonio nei suoli dei castagneti tradizionali da frutto presenti nelle aziende partner in diversi ambienti pedologici e caratterizzati da diversi sistemi di gestione.
Con questo Piano sono state individuate le linee guida sulla gestione dei castagneti tradizionali da frutto per ottenere un prodotto di qualità e favorire la capacità dei suoli di immagazzinare carbonio.
Il secondo Goi che viene oggi presentato nel video, sempre da Carla Scotti, è ancora in corso ma ha già ottenuto alcuni significativi risultati. Partendo dal presupposto che il germoplasma dell’Emilia-Romagna rappresenta un’importante fonte di biodiversità del castagno in Regione, al riparo dalla possibile erosione genetica, i risultati con marcatori molecolari evidenziano un’ampia diversità genetica fra le castagne che non si riscontra fra i marroni. Il Goi “Biodiversamente Castagno: l’analisi di diversità genetica” ha identificato le piante di riferimento per la preservazione e la diffusione delle varietà da frutto. Le carte d’identità molecolari delle singole accessioni sono nuovi strumenti per la certificazione varietale nel castagno a sostegno della futura attività vivaistica, che oggi si sta allineando agli standard previsti per i fruttiferi maggiori.
“Castagni parlanti”, che si sta avviando alla conclusione a fine anno, ha coinvolto sei partner nel recupero del castagneto all’attualità di coltura e nella selezione di un sottoinsieme di piante che è stata monitorata in continuo con l’innovativo sistema TreeTalker® e, per validazione, in parte anche con sensori Monitoring PAM. <<Si tratta di un insieme di sensori miniaturizzati a basso consumo - ha spiegato Ilaria Mazzoli di OpenFields (ente capofila) - che vengono applicati agli alberi per monitorare continuamente, attraverso la raccolta di molti dati e parametri, il loro stato di salute e quello dell'ambiente circostante. L’ingente quantitativo di dati ricevuto dalle piante sarà incrociato con un insieme di variabili climatiche e ambientali e porterà a una più profonda comprensione dell’interazione tra castanicoltura, gestione forestale e ambiente>>.
Corso di innesto, potatura, monitoraggio e gestione del castagno
Posizionamento e utilizzo delle trappole a feromoni con dimostrazioni pratiche e prove guidate individuali.
CONTENUTI:
La potatura corretta, in sicurezza e con i migliori
risultati per il castagneto, per il suolo e per il bilancio
del carbonio. Corretta gestione degli scarti di
potatura.
L’innesto: le attrezzature, le tecniche, il monitoraggio dei risultati
L’utilizzo delle trappole a feromoni per la difesa del castagno
NUMERO PARTECIPANTI AMMESSI: posti limitati
DURATA: 16 ore
CALENDARIO: avvio lezioni fine febbraio 2022
COSTO:
Il corso è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna al 90%: €35,65 a carico del partecipante
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
FORMart Porretta - tel. 0534 47802
Grazie all’utilizzo di apparecchiature tecnologiche di ultima generazione,
analizzeremo diverse informazioni sulle piante, sul suolo e sull’ambiente
per ricavarne preziose indicazioni operative per la rimessa a coltura dei castagneti.
CONTENUTI:
Lo stato di salute del bosco e del castagneto, introduzione a potature e innesti - (3h)
Le piante parlanti: impiego della tecnologia Treetalker®
(apparecchiature innovative che “ascoltano” gli alberi
e analizzano il suolo) - (4h)
Tecniche di monitoraggio in situazione per la valutazione
della gestione del suolo: sensori di temperatura, umidità, un castagneto.
emissioni di CO - (2h)
Operatività in campo*: installazione e gestione
degli strumenti per il monitoraggio - (4h)
La conduzione del castagneto - (4h)
Altri metodi di monitoraggio a basso costo a scala
territoriale: illustrazione in aula informatica di altri metodi
di monitoraggio (applicazioni open source GIS o SIT, Sistemi
Informativi Territoriali, e uso di immagini satellitari gratuite) - (8h)
Confronto delle esperienze e conclusioni - (4h)
NUMERO PARTECIPANTI AMMESSI: 15
DURATA: 29 ore
CALENDARIO: avvio lezioni gennaio 2022
SEDE DI SVOLGIMENTO:
Sarà possibile frequentare le lezioni a distanza.
Sarà previsto un sopralluogo dimmostrativo sul campo presso un castagneto.
COSTO:
71,80€ per aziende iscritte all’Albo regionale delle imprese forestali dell’Emilia-Romagna, oppure con codice ATECO 01 e 02
714€ per chi volesse partecipare senza possedere i requisiti sopra indicati
DOCENTI:
A condurre il corso saranno: docenti universitari (UNIBO), agronomi e tecnici forestali.
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
FORMart Porretta - tel. 0534 47802
Viaggio di studio per castanicoltori in Braganza (Portogallo) 29/09 - 02/10 2021
Il progetto Castagni Parlanti, offre la possibilità a 20 aziende agricole e forestali (Ateco 01 e 02) dell'Emilia-Romagna di frequentare un breve corso nel cuore della castanicoltura portoghese, in Breaganza. Tre giorni in piena immersione in un'altra realtà molto attiva nella ricerca sui castagni, apprendendo sia i risultati del progetto italiano che spunti e tecniche sviluppate dai colleghi portighesi.
NUMERO PARTECIPANTI AMMESSI: 20
DURATA: 3 giorni
COSTO: 283,54 €
CALENDARIO: dal 29 Settembre al 2 Ottobre 2021
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
Centoform - Elena Zani - tel. 0521 6830470
Nuovo progetto di formazione in partenza, per aziende con Ateco 1 e Ateco 2!!!
Grazie all’utilizzo di apparecchiature tecnologiche di ultima generazione, analizzeremo diverse informazioni sulle piante, sul suolo e sull’ambiente per ricavarne preziose indicazioni operative per la rimessa a coltura dei castagneti.
CONTENUTI:
Lo stato di salute del bosco e del castagneto, introduzione a potature e innesti - (3h)
Le piante parlanti: impiego della tecnologia Treetalker®
(apparecchiature innovative che “ascoltano” gli alberi
e analizzano il suolo) - (4h)
Tecniche di monitoraggio in situazione per la valutazione
della gestione del suolo: sensori di temperatura, umidità, un castagneto.
emissioni di CO - (2h)
Operatività in campo*: installazione e gestione
degli strumenti per il monitoraggio - (4h)
La conduzione del castagneto - (4h)
Altri metodi di monitoraggio a basso costo a scala
territoriale: illustrazione in aula informatica di altri metodi
di monitoraggio (applicazioni open source GIS o SIT, Sistemi
Informativi Territoriali, e uso di immagini satellitari gratuite) - (8h)
Confronto delle esperienze e conclusioni - (4h)
NUMERO PARTECIPANTI AMMESSI: 15
TERMINE ISCRIZIONE: 16/02/2021
DURATA: 29 ore
CALENDARIO: in avvio dal 24 febbraio '21 a raggiungimento del numero minimo di
partecipanti
SEDE DI SVOLGIMENTO:
Sarà possibile frequentare le lezioni a distanza.
Sarà previsto un sopralluogo dimmostrativo sul campo presso un castagneto.
COSTO:
71,80€ per aziende iscritte all’Albo regionale delle imprese forestali dell’Emilia-Romagna, oppure con codice ATECO 01 e 02
714€ per chi volesse partecipare senza possedere i requisiti sopra indicati
DOCENTI:
A condurre il corso saranno: docenti universitari (UNIBO), agronomi e tecnici forestali.
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI:
FORMart Porretta - tel. 0534 47802
Presentazione del progetto “Castagni Parlanti”, alla presenza dell’Assessore alla montagna, aree interne, programmazione territoriale, pari opportunità Barbara Lori
Lunedì 12 ottobre si è tenuta, nel comune di Alto Reno Terme (BO), la presentazione del progetto Castagni Parlanti, un progetto PSR (GOI) che “ascolta” gli alberi e il suolo grazie a speciali apparecchiature che consentono di monitorare in tempo reale numerose informazioni circa il loro stato di salute, come base di concrete strategie di gestione.
L’incontro ha previsto gli interventi di: Barbara Lori, Assessore della Regione Emilia-Romagna; Giuseppe Nanni, Sindaco del Comune di Alto Reno Terme; Luca Boschi della Cooperativa Sociale Campeggio Monghidoro; Cecilia Bartolini Cabras della Cooperativa Valreno; i docenti Gilmo Vianello e Federico Magnani dell’Università di Bologna (quest’ultimo responsabile scientifico del progetto); Diego Succi e Federica Medici (figure chiave di due centri di formazione: rispettivamente Centoform e Formart) nonché la project manager Ilaria Mazzoli, della società Open Fields, capofila del team di partner impegnati nella realizzazione del Piano. Tra i presenti, varie figure rappresentative dei diversi stakeholder, ivi comprese le principali Associazioni di categoria agricole e forestali ed il GAL Appennino Bolognese, rappresentato dal presidente Tiberio Rabboni. Agli interventi è seguita, sfidando il clima autunnale, una visita in campo.
Il progetto è ospitato dal Castagneto Didattico Sperimentale situato nel Comune di Alto Reno Terme (BO), di proprietà della Fondazione Carisbo e affidato in gestione scientifica all’Accademia Nazionale di Agricoltura. Lo studio si avvale, in particolare, della tecnologia TreeTalker®, messa a punto dal prof. Riccardo Valentini (premio Nobel per la Pace nel 2007) dell’Università della Tuscia e realizzata dalla società Nature 4.0.
Le piante di castagno entrano in grave sofferenza quando sono lasciate a loro stesse, a competere con altre specie vegetali, una situazione peggiorata dagli effetti deleteri del riscaldamento globale. Il loro ripristino all’attualità di coltura è un’operazione delicata, oggi basata in parte su metodologie antiche e in parte su elementi innovativi resi necessari anche dal diverso contesto climatico.
Nel progetto sono pertanto in valutazione diverse modalità di recupero delle piante di castagno all’attualità di coltura, con verifica dettagliata dei risultati anche mediante il monitoraggio in tempo reale dello stato di salute della pianta e del carbonio da essa assorbito, a cui si aggiungono misurazioni della salute (e del “respiro”) del suolo mediante apparecchiature posizionate sul terreno.
Non si tratta di un’operazione per soli scienziati: alcuni cicli di formazione, il primo dei quali in partenza questo novembre anche in modalità a distanza, trasferiranno le competenze sviluppate alle aziende forestali e a tutti i soggetti interessati, mentre un portale web (www.castagniparlanti.it) e un’applicazione scaricabile gratuitamente da Google Play e Apple Store (“Castagni Parlanti”) sono già a disposizione di famiglie e scuole, che possono osservare in tempo reale i dati sulla salute delle 48 piante coinvolte nel progetto, “adottare” una di esse e persino incontrarla di persona al Castagneto, che è visitabile su prenotazione (chiamando il numero 335 534 9605). Come riconoscere il “proprio” castagno preferito una volta raggiunto il bosco? E’ facile, ciascuna pianta partecipante al progetto porta, ben visibile, il nome di uno scienziato famoso.
Con il progetto Castagni Parlanti e la tecnologia TreeTalker®, quindi, gli alberi riescono finalmente a comunicare in tempo reale con tutti noi, e soprattutto evidenziano le proprie esigenze e potenzialità agli operatori interessati al recupero di questi esseri viventi maestosi e generosi, che in passato (e si spera anche in futuro) hanno fornito alle persone del territorio le basi per una buona e sana alimentazione (farina, birra di castagne…) e legname pregiato.
Partner del progetto sono Open Fields (capofila), società che si occupa di trasferimento tecnologico nel settore agroalimentare (www.openfields.it); la società di formazione Centoform (www.centoform.it) la fondazione CMCC: Centro Euro-mediterraneo per i cambiamenti climatici (www.cmcc.it) ; l’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari -DISTAL, https://distal.unibo.it/it); la Cooperativa forestale Valreno (https://www.facebook.com/valreno1975/); il Comune di Alto Reno Terme.
Grazie all’utilizzo di apparecchiature tecnologiche di ultima generazione, analizzeremo diverse informazioni sulle piante, sul suolo e sull’ambiente per ricavarne preziose indicazioni operative per la rimessa a coltura dei castagneti.
CONTENUTI:
Lo stato di salute del bosco e del castagneto, introduzione a potature e innesti - (3h)
Le piante parlanti: impiego della tecnologia Treetalker®
(apparecchiature innovative che “ascoltano” gli alberi
e analizzano il suolo) - (4h)
Altre tecniche di monitoraggio a basso costo: misuratori
di clorofilla fogliare; sensori di temperatura, umidità e pH
del suolo; piccole centraline meteo… - (2h)
Operatività in campo*: installazione e gestione
degli strumenti per il monitoraggio - (4h)
La conduzione del castagneto - (4h)
Altri metodi di monitoraggio a basso costo a scala
territoriale: illustrazione in aula informatica di altri metodi
di monitoraggio (applicazioni open source GIS o SIT, Sistemi
Informativi Territoriali, e uso di immagini satellitari gratuite) - (8h)
Confronto delle esperienze e conclusioni - (4h)
NUMERO PARTECIPANTI AMMESSI: 15
TERMINE ISCRIZIONE: 10/11/2020
DURATA: 29 ore
CALENDARIO: novembre - dicembre 2020
SEDE DI SVOLGIMENTO:
Sarà possibile frequentare le lezioni a distanza.
*È previsto un sopralluogo presso il Castagneto didattico
– dimostrativo di Granaglione (Alto Reno Terme – BO)
di proprietà della Fondazione Carisbo e affidato per la gestione scientifica all’Accademia Nazionale di Agricoltura.
COSTO:
72,80€ per aziende iscritte all’Albo regionale delle imprese forestali dell’Emilia-Romagna, oppure con codice ATECO 02.1, 02.2, 02.3, o 02.4.
714€ per chi volesse partecipare senza possedere i requisiti sopra indicati
DOCENTI:
A condurre il corso saranno: docenti universitari (UNIBO), agronomi e tecnici forestali.
ISCRIZIONE:
Compilare il documento scaricabile qui e inviarlo a centoform@centoform.it
E’ uscito il numero zero della Rivista dell’Accademia Nazionale di Agricoltura
E’ uscito il numero zero della Rivista di divulgazione di cultura agraria dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, che comprende anche un articolo relativo al Piano Castagni Parlanti.
E’ possibile scaricare l’intero numero zero della Rivista al seguente link:
https://www.accademia-agricoltura.it/rivista/, ed il solo articolo relativo al progetto Castagni Parlanti nella nostra sezione relativa agli articoli utili.
Buona lettura!
Apparecchiature installate in piena sicurezza... il progetto Castagni Parlanti procede
Nei periodi impegnativi il lavoro di squadra è tutto.
In questo caso, nonostante l’emergenza COVID-19 e il lockdown, lo spirito collaborativo ha permesso di installare le apparecchiature (Tree Talker®) sui Castagni in perfetta sicurezza e funzionalità.
Su idea di Open Fields, e con l’entusiastica collaborazione di Università di Bologna, Cooperativa Val Reno, Nature 4.0 e Cooperativa Campeggio Monghidoro, è stata organizzata l’installazione delle apparecchiature - sotto la guida in loco del Prof. Federico Magnani e con la partecipazione a distanza del team di tecnici guidati dal prof. Riccardo Valentini.
Le persone attive nel Castagneto di Granaglione hanno rispettato accuratamente tutte le prescrizioni di sicurezza, precauzioni che hanno allungato leggermente i tempi operativi ma non hanno minimamente inficiato la qualità del lavoro svolto.
L’installazione non solo permette di attivare in tempo reale il flusso dei dati, che a breve saranno elaborati con processo continuo per divenire accessibili a tutti, ma alimenta anche il ricco materiale che stiamo raccogliendo per alimentare i corsi di formazione concreti e innovativi previsti da settembre.
Il suolo in un castagneto da frutto: indagine morfologica e caratterizzazione fisico-chimica dal 2005 al 2017
Gloria Falsone(1), Camilla Forti(1), Gilmo Vianello(2), Livia Vittori Antisari(1)
1) Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
2) Accademia Nazionale di Agricoltura, Bologna
Introduzione
Nei territori dell’Appennino vocati alla castanicoltura, il recupero dei vecchi castagneti da frutto è una scelta gestionale congrua per combattere il degrado ambientale, promuovendo sia la coltivazione di un prodotto di qualità che le condizioni del suolo. In riferimento a questo secondo aspetto, in letteratura però sono pochi gli studi che valutano nel tempo gli effetti del recupero di impianti di castagno da frutto sulle proprietà del suolo. Considerando che il suolo è una risorsa caratterizzata da una forte multifunzionalità svolta attraverso le sue proprietà chimiche, fisiche, mineralogiche, biochimiche (Adhikari e Hartemink, 2016), appare evidente l’importanza di approfondire le variazioni delle caratteristiche del suolo che avvengono come conseguenza dell’attività di recupero di un castagneto (per esempio, il taglio raso). Inoltre, tenendo conto che le proprietà del suolo sono alla base della capacità del suolo stesso di fornire servizi ecosistemici, è evidente che il monitoraggio nel tempo di queste variazioni sia di particolare interesse. Questo lavoro mira quindi all’indagine delle proprietà morfologiche e chimiche del suolo (quali potenza degli orizzonti superficiali, contenuto di C organico, stock dei pools di C e nutrienti) dopo il recupero di un castagneto da frutto nel Castagneto Didattico Sperimentale del comune di Alto Reno Terme (BO) nell’Appennino Tosco-Emiliano, in un arco temporale che va dal 2005 al 2017. Questo al fine di monitorare l’evoluzione della fornitura da parte del suolo di alcuni servizi ecosistemici di regolazione e supporto (quali erosione, sequestro di carbonio e ciclo dei nutrienti, rispettivamente (Adhikari e Hartemink, 2016).
Materiali e metodi
Nel Castagneto Didattico Sperimentale del comune di Alto Reno Terme (BO) nell’Appennino ToscoEmiliano, nel 2005 un castagneto di circa 1.5 ha in stato di abbandono è stato sottoposto a taglio raso e successivamente innesto con varietà da frutto.
L’area è collocata ad un’altitudine di circa 600 m s.l.m. Il clima è freddo temperato, con una temperatura media annuale di 11 °C, con un minimo in inverno (gennaio, -2,8 °C); le precipitazioni annuali variano da 900 a 1.300 mm. Dal punto di vista litologico, l’area si trova nella formazione del Monte Cervarola, membro di Granaglione caratterizzata dall’alternanza di depositi torbiditici in facies arenacea e pelitica. La composizione mineralogica della roccia presente in situ è dominata da feldspati, miche e quarzo.
Nel 2005, un mese dopo il taglio, nel 2007 e 2017 (2 e 12 anni dopo il taglio, rispettivamente), in un’area rappresentativa dell’impianto, sono stati aperti dei profili di suolo e si è provveduto a descriverne le proprietà morfologiche e raccogliere campioni di ogni orizzonte genetico.
I campioni di suoli dei diversi orizzonti sono stati seccati all’aria e setacciati a 2 mm. Un’aliquota della frazione di terra fine (< 2 mm) così ottenuta è stata ulteriormente finemente macinata.
I suoli sono stati caratterizzati per le principali proprietà fisico-chimiche (AA.VV., 2015). Inoltre, il pool di C organico estraibile in NaOH 0.1 M (TEC, total extractable carbon; Swift, 1996) è stato determinato tramite ossidazione a caldo con K2Cr2O7 1/3 M (Springer e Klee, 1954).
In tabella 1 si riportano le proprietà del suolo campionato nel 2017. Tale suolo è stato classificato come Typic Udorthent e Hyperdystric Protic Endoleptic Regosol (Loamic, Hyperhumic) secondo la Soil Taxonomy (Soil Survey Staff, 2014) e il World Reference Base for Soil Resources (IUSS Working Group WRB, 2014), rispettivamente.
Per gli strati di suolo a profondità di 0-5, 5-10 e 10-20 cm è stata determinata la densità apparente attraverso la funzione di pedotrasferimento di Huntington (1989), che permette di stimarne il valore derivandolo dal contenuto di C organico totale.
Dal valore di concentrazione del carbonio organico totale, del TEC e dei nutrienti in fase scambiabile (Ca, Mg, K e Na) e di densità apparente è stato determinato il valore di stock di C organico totale, TEC, Ca, Mg, K e Na, rispettivamente, tenendo conto della potenza dello strato di riferimento e del volume di scheletro (frazione >2 mm).
Risultati
In figura 1 sono riportati i profili di suoli aperti nel 2005, 2007 e 2017 e in tabella 2 sono riportate le potenze degli orizzonti genetici osservati. Come è evidente, nel 2005, un mese dopo il taglio, il suolo mostra segni di forte erosione superficiale, con perdita completa dell’orizzonte organico, spessore limitato del primo orizzonte minerale A (2.5 cm di potenza) e scarsa presenza di radici. Nel 2007, dopo due anni dal taglio, l’orizzonte superficiale A mostra uno spessore, che seppur limitato, risulta essere oltre che raddoppiato rispetto al 2005 (4.5 cm) e si presenta imbrunito. La presenza di radici appare simile invece a quella osservabile nel 2005. Nel 2017, il suolo presenta un orizzonte minerale A di 5 cm, di colore bruno e con evidente presenza di radici. Dal punto di vista morfologico è evidente quindi come, nell’arco temporale 2005-2017, lo sviluppo della vegetazione abbia permesso un rallentamento dei fenomeni erosivi ed incremento dello spessore degli orizzonti. Inoltre, l’imbrunimento degli orizzonti superficiali e l’evidenza di presenza di radici sempre maggiore (fig. 1) suggeriscono un apporto progressivo di sostanza organica.
L’aumento di apporto di sostanza organica nell’intervallo di tempo investigato è confermato dal valore di stock di carbonio organico totale (fig. 2A) che, dal 2005 al 2017, varia da 2.54 a 2.97 kg m-2 nello strato 0-5 cm, da 1.52 a 2.65 kg m-2 nello strato 5-10 cm e da 1.92 a 4.52 kg m-2 nello strato 10-20 cm. Interessante notare come la distribuzione dello stock di C e la sua evoluzione nel tempo non sia omogenea nella profondità 0-20 cm (fig. 2A): lo stock di C organico è maggiore nei primi cm di suolo (0-5 cm) dove nel tempo progressivamente aumenta, ma dopo 12 anni dall’attività di recupero del castagneto elevate quantità di C organico sono stoccate nello strato più profondo (10-20 cm) con valori superiori allo strato superficiale (0-5 cm). L’andamento dello stock di C nel tempo suggerisce quindi almeno due vie di apporto di sostanza organica: una superficiale, che interessa in particolare gli strati 0-5 cm, derivante presumibilmente dalla lettiera, ed una più profonda che interessa gli strati sottostanti dovuta agli apporti radicali in situ. Questa ipotesi trova almeno parziale conferma nei dati morfologici che hanno messo in evidenza la progressiva formazione di orizzonti organici di superficie derivanti dagli apporti della lettiera (Oi, Oe) (fig. 1 e tab. 2) e l’incremento della presenza di radici nel tempo (fig. 1).
Gli stock di C estraibile (fig. 2B) mostrano andamento simile a quello del C organico totale, suggerendo che gli incrementi di sostanza organica siano accompagnati da un analogo processo di trasformazione della stessa. Questo processo di trasformazione porta alla formazione di un pool di C stabile nel tempo, essendo caratterizzato da un turnover di 10-100 anni (von Lutzow et al., 2008). Nell’intervallo temporale considerato, quindi, si assiste ad un incremento di C organico immagazzinato nel suolo, ed inoltre una parte di questo C risulta essere stabile, assicurando il suo sequestro nel suolo per un periodo medio- lungo.
In figura 3 è riportato il valore degli stock di nutrienti, quali Ca, Mg, K e Na scambiabili negli strati di suolo indagati. Per tutti i nutrienti, confrontando i valori di stock misurati nel 2005 e nel 2017, se ne osserva l’incremento a tutte le profondità dopo 12 anni dal recupero del castagneto. L’apporto di sostanza organica è cruciale nel regolare la presenza di nutrienti nel suolo, ed infatti l’incremento di elementi scambiabili osservato in questo studio è coerente con quello di carbonio organico, sia in forma totale che estraibile. A riguardo del K e Na, è evidente che l’aumento di stock è progressivo nel tempo (fig. 3). Nel caso del Ca e Mg i valori misurati nel 2007 sono elevati nello strato 0-5 cm, in particolare per il Ca (fig. 3). Il diverso comportamento dei nutrienti divalenti (Ca2+ e Mg2+) rispetto ai monovalenti (K+ e Na+) è dovuto, probabilmente, alla loro diversa mobilità nella soluzione del suolo che ne determina l’allontanamento per lisciviazione, allo sviluppo delle radici nel tempo a cui è attribuibile il processo di assorbimento dei nutrienti stessi e alla diversa capacità di apporto da parte delle piante che ne determina input al suolo. Nel 2007 è assente uno sviluppo radicale importante, come evidente dai dati morfologici (fig. 1), per cui la variazione di concentrazione dei nutrienti è regolata principalmente dalla loro lisciviazione e dall’apporto delle piante. È noto che gli elementi monovalenti (K e Na) sono caratterizzati da una densità di carica elevata che li rende facilmente allontanabili in fase liquida attraverso processi di lisciviazione (Krauskopft e Bird, 1995), permettendo invece un accumulo di nutrienti meno mobili (Ca e Mg). Infine, per il Ca, è probabile che all’accumulo in superficie dovute a ridotto allontanamento per lisciviazione e mancato assorbimento radicale, si aggiunge anche l’elevata capacità di apporto da parte delle piante di castagno tipico per questo elemento (Vittori Antisari et al., 2013). Nel 2017 l’apparato radicale delle piante è maggiormente sviluppato, l’assorbimento dei nutrienti attivo e non è più così evidente il relativo accumulo in superficie dovuto alla diversa mobilità dei nutrienti. Come ricordato precedentemente, nel 2017 i valori di stock di tutti i nutrienti in forma scambiabile indagati sono comunque superiori a quelli del 2005, coerentemente con l’aumento di apporto di sostanza organica, a conferma di un miglioramento delle condizioni del suolo in grado di fornire servizi ecosistemici di supporto per la crescita delle piante legata al ciclo dei nutrienti.
Conclusioni
L’indagine morfologica e di caratterizzazione del suolo evidenziano un effetto positivo delle operazioni di ripristino del castagneto da frutto nell’area studiata nell’arco di 12 anni. Tale effetto è dovuto alla capacità del castagno di agire come fattore pedogenetico attraverso processi di accumulo di sostanza organica, biocycling dei nutrienti, e limitazione dell’erosione. Il monitoraggio dell’area proseguirà nel tempo, al fine di raccogliere dati utili a definire l’effetto delle operazioni eseguite in una scala temporale medio-lunga.
Bibliografia
AA.VV. 2015. Metodi di analisi chimica del suolo. Colombo C., Miano T. (Eds). Mipaaf, SISS. ISBN: 978-88-940679-0-3.
ADHIKARI K., HARTEMINK A.E. 2016. Linking soils to ecosystem services. A global review. Geoderma 262: 101-111.
HUNTINGTON T.G., JOHNSON C.E., JOHNSON A.H., SICCAMA T.G., RYAN D.F. 1989. Carbon, organic matter, and bulk density relationships in a forested spodosol. Soil Sci. 148:380–386.
IUSS WORKING GROUP WRB. 2014. World Reference Base for Soil Resources 2014 - International soil classification system for naming soils and creating legends for soil maps. World Soil Resources Reports No. 106. FAO, Rome.
KRAUSKOPFT K.B., BIRD D.K. 1995. Introduction to geochemistry, 3rd edn. McGraw-Hill Inc, New York.
SOIL SURVEY STAFF. 2014. Keys to Soil Taxonomy, 12th ed. USDA-Natural Resources Conservation Service, Washington, DC.
SPRINGER U., KLEE J. 1954. Prüfung der Leistungsfähigkeit von einigen wichtigeren Verfahren zur Bestimmung des Kohlenstoffs mittels Chromschwefelsäure sowie Vorschlag einer neuen Schnellmethode. Z. Pflanzenernahr. Bodenkd. 64: 1–26.
SWIFT R.S. 1996. Organic matter characterization. In: Sparks, D.L. (Ed.), Methods of Soil Analysis. Part 3. Chemical Methods. SSSA, Madison, WI, pp. 1011–1069.
VITTORI ANTISARI L., FALSONE G., CARBONE S., VIANELLO G. 2013. Short-term effects of forest recovery on soil carbon and nutrient availability in an experimental chestnut stand Biology and Fertility of Soils 49(2), pp. 165-173.
VON LUTZOW M., KÖGEL‐KNABNER I., LUDWING B., MATZNER E., FLESSA H., EKSCHMITT K., GUGGENBERGER G., MARSCHNER B., KALBITZ K. 2008. Stabilization mechanisms of organic matter in four temperate soils: Development and application of a conceptual model. J. Plant Nutr. Soil Sci. 171: 111–124.
I benefici degli alberi per gli esseri umani
US cities are losing 36 million trees a year. Here's why it matters and how you can stop it
CNN Special Projects Portraits, By Amy Chillag, CNN
If you're looking for a reason to care about tree loss, this summer's record-breaking heat waves might be it.
Trees can lower summer daytime temperatures by as much as 10 degrees Fahrenheit, according to a recent
study.
But tree cover in US cities is shrinking. A study published last year by the US Forest Service found that we lost 36 million trees annually from urban and rural communities over a five-year period. That's a 1% drop from 2009 to 2014.
If we continue on this path, "cities will become warmer, more polluted and generally more unhealthy for inhabitants," said David Nowak, a senior US Forest Service scientist and co-author of the study.
Nowak says there are many reasons our tree canopy is declining, including hurricanes, tornadoes, fires, insects and disease. But the one reason for tree loss that humans can control is sensible development.
"We see the tree cover being swapped out for impervious cover, which means when we look at the photographs, what was there is now replaced with a parking lot or a building," Nowak said.
More than 80% of the US population lives in urban areas, and most Americans live in forested regions along the East and West coasts, Nowak says.
"Every time we put a road down, we put a building and we cut a tree or add a tree, it not only affects that site, it affects the region."
The study placed a value on tree loss based on trees' role in air pollution removal and energy conservation.
The lost value amounted to $96 million a year.
Nowak lists 10 benefits trees provide to society
Heat reduction: Trees provide shade for homes, office buildings, parks and roadways, cooling surface temperatures. They also take in and evaporate water, cooling the air around them. "Just walk in the shade of a tree on a hot day. You can't get that from grass," Nowak said. To get the full temperature benefit, tree canopy cover should exceed 40% of the area to be cooled, according to a recent study in the Proceedings of the National Academy of Sciences. "A single city block would need to be nearly half-covered by a leafy green network of branches and leaves," the authors wrote.
Air pollution reduction: Trees absorb carbon and remove pollutants from the atmosphere.
Energy emissions reduction: Trees reduce energy costs by $4 billion a year, according to Nowak's study.
"The shading of those trees on buildings reduce your air conditioning costs. Take those trees away; now your buildings are heating up, you're running your air conditioning more, and you're burning more fuel from the power plants, so the pollution and emissions go up."
Water quality improvement: Trees act as water filters, taking in dirty surface water and absorbing nitrogen and phosphorus into the soil.
Flooding reduction: Trees reduce flooding by absorbing water and reducing runoff into streams.
Noise reduction: Trees can deflect sound, one reason you'll see them lining highways, along fences and between roads and neighborhoods. They can also add sound through birds chirping and wind blowing through leaves, noises that have shown psychological benefits.
Protection from UV radiation: Trees absorb 96% of ultraviolet radiation, Nowak says.
Improved aesthetics: Ask any real estate agent, architect or city planner: Trees and leaf cover improve the looks and value of any property.
Improved human health: Many studies have found connections between exposure to nature and better mental and physical health. Some hospitals have added tree views and plantings for patients as a result of these studies. Doctors are even prescribing walks in nature for children and families due to evidence that nature exposure lowers blood pressure and stress hormones. And studies have associated living near green areas with lower death rates.
Wildlife habitat: Birds rely on trees for shelter, food and nesting. Worldwide, forests provide for a huge diversity of animal life.
Nowak says there's a downside to trees too, such as pollen allergies or large falling branches in storms, "and people don't like raking leaves." But, he says, there are ways cities and counties can manage trees to help communities thrive. "You can't just say 'we're not going to have orests.' We might as well manage and work with the trees."
"You don't want a tree in the middle of a baseball field. It's very difficult to play sports if you have trees in the way. Or trees in the middle of freeways."
Nowak says we can design and manage tree canopies in our cities to help "affect the air, to affect the water, to affect our well-being."
Urban forests especially need our help to replace fallen trees. Unlike rural areas, it is very difficult for trees to repopulate themselves in a city environment with so much pavement and asphalt.
"A lot of our native trees can't actually find a place to drop an acorn so they can regenerate," explains Greg Levine, co-executive director for Trees Atlanta.
"That's why the community has to go in and actually plant a tree because the areas just aren't natural anymore."
The job is not complete when the saplings take root. Organizations like Trees Atlanta and their volunteers plan most of their year to care for these young trees until they're mature enough to thrive on their own.
"We try to prune trees for 10 years to make sure they get a good healthy structure." Levine adds. "We also add mulch around trees to help keep the moisture in the ground so the tree doesn't dry up. We have to have a lot of patience with planting trees around pavement, making sure that they can rise to the challenge. "
How you can help stop tree loss
Protect what you have: Nowak says the first step is caring for the trees on your own property. "We think we pay for our house, and so we must maintain it. But because we don't pay for nature, we don't need to. And that's not necessarily true."
Prune the dead limbs out of your trees: If they're small enough, do it yourself or hire a company. The risk of limbs damaging your house is significantly lowered when there's tree upkeep, Nowak said.
Notice where your trees may be in trouble: Often, you can observe when something's wrong, such as when branches are losing leaves and breaking or when mushrooms are growing at the base or on the trees.
You can also hire an arborist or tree canopy expert to assess the health of your trees on an annual basis. Or you can contact your local agricultural extension office for advice.
Don't remove old trees if it's not necessary: Instead, try taking smaller actions like removing branches. "It takes a long time for these big trees to get big: 50 to 100 years. And once they're established, they can live a long time. But taking a big tree out and saying 'we'll replant,' there's no guarantee small trees will make it, and it will take a very long time to grow."
Allow trees to grow on your property: Although everyone's aesthetic is different, it's the cheap way to get cooler yards and lower energy bills. It's also an inexpensive approach to flood and noise control.
Nowak says he laughs when his neighbors wonder why their property doesn't have more trees, because "I hear people running their lawn mowers." Fallen seeds need a chance to implant, and constant mowing prevents that. If you don't like where a seedling is growing, you can dig it up and plant it or a new tree where you like.
Educate yourself about trees and get involved: Many cities have tree ordinances that seek to protect very old, significant trees. You can get involved by attending city council meetings. You can also help your city plant trees by joining local nonprofit groups.
CNN's Christopher Dawson contributed to this story.
Un importante riconoscimento da parte di una delle più antiche e prestigiose organizzazioni scientifiche europee, il cui obiettivo è promuovere l'eccellenza nella scienza e nella tecnologia e le loro applicazioni concrete.Il professor Riccardo Valentini, consigliere strategico della Fondazione CMCC, è stato nominato membro dell'Accademia europea delle scienze nell'ambito della divisione Scienze della terra e dell'ambiente.L'Accademia europea delle scienze (EURASC) è un'organizzazione scientifica internazionale indipendente senza fini di lucro tra le più prestigiose in Europa e svolge un'importante missione per promuovere l'eccellenza nella scienza e nella tecnologia e i loro ruoli essenziali nella promozione dello sviluppo e del progresso sociale ed economico. L'obiettivo principale dell'Accademia è stabilire una collaborazione efficiente tra scienziati, ricercatori, educatori, ingegneri e autorità pubbliche di tutto il mondo. Promuove l'interazione tra ricerca di base e ricerca applicata e facilita il trasferimento di conoscenze agli utenti finali. L'Accademia contribuisce allo sviluppo di politiche internazionali in campo scientifico e tecnologico e facilita la creazione di una massa critica necessaria per risolvere i più importanti problemi scientifici.
Nel corso del rilevamento effettuato il 17 febbraio con il Prof. Magnani, il Prof. Vianello e la squadra della Cooperativa Valreno, si è provveduto alla potatura dei castagni nelle quattro aree selezionate.
Sfidando le intemperie, le squadre di tecnici ed esperti hanno individuato e contrassegnato
le piante di castagno che diverranno oggetto della sperimentazione prevista dal Piano.
E’ quindi ora disponibile la localizzazione esatta delle piante oggetto del progetto.
La pulizia delle quattro aree del Castagneto
Nella prima settimana di febbraio 2020, la squadra della cooperativa Valreno ha provveduto a pulire le quattro aree del Castagneto nelle quali si svolgerà il progetto.
Nelle fotografie potete vedere il castagneto in tutta la sua bellezza, pronto per ospitare il lavoro degli scienziati.
Al via i lavori nel Castagneto, con individuazione delle aree, localizzazione delle piante e analisi del suolo
Come previsto per la prima fase del progetto, all'interno del castagneto didattico-sperimentale sono stati individuati quattro siti per sperimentare diverse tecniche di tagli e gestione dei castagni, per il loro recupero.
Teniamo presente che castagno è una pianta che richiede un ambiente fresco, ma non umido; un’altra esigenza è data dalla luminosità, il che richiede una pulizia e diradamento della chioma in modo che i raggi solari penetrino all’interno del bosco.
Il suolo a sua volta riceve beneficio dalla pulizia, perché le radiazioni solari, oltre ad innalzare la temperatura, agiscono sulla lettiera stimolando l’azione della macro e microfauna, ed al di sotto della lettiera batteri e funghi innescano processi fermentativi che portano alla formazione di humus. Più humus viene prodotto più il suolo si può approfondire sequestrando nel contempo carbonio organico.
I siti sono caratterizzati da una superficie di circa 500 mq con la presenza di almeno 9 piante di castagno di cui una in posizione centrale e le altre 8 a corona. Ogni pianta verrà trattata in funzione del suo stato vegetativo, mettendo a confronto le tecniche di taglio di recupero. Allo stato attuale sono stati definiti i siti (A, B, C, D) e si è proceduto alla georeferenziazione di ciascuna pianta nel sistema UTM-32T mediante GPS professionale.
Ogni pianta è stata adeguatamente denominata con codice alfa-numerico che costituirà il riferimento del database di progetto.
All'interno di ciascun sito è stato aperto e descritto un profilo pedologico (cioè relativo allo stato del terreno) tale da caratterizzare in via preliminare la tipologia di suolo.
Le quattro aree scelte per l’indagine ricadono nell’attuale condizione di castagneto misto dove da parecchie decine di anni non è stato effettuato nessun intervento. Si è quindi opportuno, preliminarmente agli interventi di sistemazione, verificare lo stato di fatto dei suoli presenti nelle quattro aeree per avere poi nel tempo il confronto per eventuali modifiche e trasformazioni.
I suoli rilevati mostrano differenze legate principalmente alle condizioni microclimatiche e geomorfologiche.
I siti A e B sono esposti a nord, in versanti acclivi (cioè, in salita) ed il substrato pedologico è caratterizzato da rocce arenacee in facies detritica. Il sito C rappresenta la situazione più rilevata e in posizione pianeggiante e soleggiata dominata prevalentemente da castagni secolari; la conformazione geologica fa sì che la roccia in giacitura suborizzontale sia molto prossima alla superficie così che il suolo presenti uno spessore limitato.
Il sito D, infine, esposto a nord-nord-ovest, si colloca in ambiente pianeggiante umido e depresso che favorisce il ristagno delle acque ed una più spinta alterazione della roccia tanto che i suoli che si sono formati presentano un significativo spessore.
Tutti i suoli indagati presentano lettiere di consistente spessore per lo più costituite da apparati fogliari, cupole spinose (sono i “ricci” che contengono le castagne, caduti a terra) e residui legnosi.
Sopralluogo tecnico al Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione
Il Sopralluogo tecnico del progetto Castagni Parlanti si è svolto lo scorso lunedì 9 dicembre presso il Castagneto didattico-dimostrativo di Granaglione.
Sfidando le intemperie, le squadre di tecnici ed esperti hanno individuato e contrassegnato
le piante di castagno che diverranno oggetto della sperimentazione prevista dal Piano.
Ciascuna pianta verrà identificata con un nome e geo-localizzata;
ciò darà l’opportunità a chiunque lo desiderasse, di adottare un castagno a distanza e
di fargli visita nel contesto di una gita scolastica o famigliare.
Castagni Parlanti: Si inizia!
Il 23 ottobre 2019 Open Fields ha dato l’avvio a Castagni Parlanti, il progetto biennale di cui Open Fields è capofila,
i cui partner sono Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (DISTAL),
Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Cooperativa di lavoro e servizio per lo sviluppo agro-silvo-pastorale
e per lo sviluppo agrituristico Val Reno s.c.a.r.l, il Comune di Alto Reno Terme e Centoform (ente di formazione).
Il progetto verte sull’individuazione di nuove tecniche di monitoraggio del bilancio del carbonio e
dello stato di salute del castagneto da legno e da frutto.
Presentazione Progetto Castagni Parlanti a Poretta Slow
Domenica 13 ottobre nell’ambito della manifestazione Porretta Slow, è stato presentato il progetto Castagni Parlanti, di cui Open Fields è coordinatore.
All’evento “Castagni Parlanti: un nuovo progetto nel Castagneto Didattico di Granaglione”, che si è tenuto ad Alto Reno Terme alle ore 11,sono intervenuti il Prof. Federico Magnani (UNIBO), Ilaria Mazzoli (Open Fields), Giuseppe Nanni (Sindaco di Alto Reno Terme) e Mario Montanari (Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna).
Il progetto verte sull’individuazione di nuove tecniche di monitoraggio del bilancio del carbonio e dello stato di salute del castagneto da legno e da frutto.
Maggiori info al sito internet della manifestazione.